Questa domenica inizia il tempo ordinario, anche se si ricomincia con una solennità, quella della Trinità.
In proposito, mi piacerebbe partire con una famosa frase del teologo Karl Rahner, che scrisse: «La Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa».
Cosa vogliono dire queste (apparentemente) difficili parole?
Vogliono dire che ciò che il Dio trinitario ci ha fatto conoscere di se stesso, rivelandosi (la Trinità economica), coincide con ciò che Dio è nel suo intimo (la Trinità immanente).
Cioè non c’è qualcosa di sé che Dio ha voluto tenere nascosto. Non c’è una “doppia faccia” di Dio (una che ci ha mostrato e un’altra che tiene celata): l’unica “faccia” di Dio è quella che ci ha fatto conoscere.
Perché è importante sottolinearlo?
Perché la nostra atavica paura di Dio, spesso, ci porta a pensare che dietro al suo volto misericordioso, si nasconda, invece, quello del giudice implacabile.
Invece no.
Questo ci dice Rahner: Dio è proprio così come si è fatto conoscere.
E come si è fatto conoscere?
Il vangelo di oggi non lascia spazio a dubbi: il Dio trinitario è un Dio che ama il mondo («Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito») e che non agisce per condannare, ma per salvare («Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»).
La scelta di Dio di mostrarsi per quello che è in Gesù di Nazareth, attraverso lo Spirito, ha, quindi, la sua radice nel desiderio trinitario di rivelare il suo progetto di amore: instaurare una relazione salvifica con l’umanità.
Certo, molte persone oggi non credono che questa proposta esista e sia reale, ma non sono loro a preoccuparmi. Mi preoccupano molto di più coloro che dicono di credere al Dio cristiano, ma continuano a pensarlo in termini diversi da quelli della rivelazione.
Infatti, se si potesse riassumere la rivelazione di Dio in Gesù, attraverso lo Spirito, in uno slogan, esso risuonerebbe in questi termini: “Non sono un Dio di cui avere paura. Ti voglio bene”.
Questo è quello che il Figlio, nello Spirito, ci ha rivelato del Padre…
E ciò che ci ha rivelato è ciò che è: la Trinità economica è la Trinità immanente.
Ma allora perché continuiamo ad avere paura di Dio, a predicare un Dio che fa paura, che fa sentire in colpa? Perché siamo ancora così tanto annunciatori di cattive notizie (questo è peccato, questo no, questi fuori…)?
Ciò che Dio ha deciso di mostrare (cioè se stesso) è una buona notizia, che dovrebbe liberarci dalla paura (del peccato, perché è un Dio che perdona; del fallimento, perché è un Dio che ci ama per quello che siamo; della morte, perché è un Dio che ci ha promesso che non andremo perduti/e)…
E chi è libero dalla paura (di doversi salvare la vita, la faccia, la reputazione) è libero veramente. Libero dalla paura e, finalmente, libero di dedicarsi alla vita in pienezza.