XXII Domenica del tempo ordinario (commento)

“Cristo” è la traduzione greca della parola “messia”, che significa “unto”, cioè “scelto”, “eletto”. L’unzione del capo con l’olio era infatti il gesto con cui nell’antico Israele venivano designati i re.

Gesù è unto (scelto, eletto) per svolgere una missione, quella di far conoscere Dio agli uomini. Non una conoscenza intellettualistica o dottrinale, ma una conoscenza fattiva, un mostrare chi è Dio, un farlo vedere “in azione”, attraverso “l’azione” della sua vita.

Dentro questo agire si iscrive anche la scelta di Gesù di consegnare agli umani «le chiavi del regno dei cieli». Le chiavi sono una via d’accesso: agli umani dunque è data la via d’accesso al regno dei cieli. Il “Regno” nella predicazione di Gesù non coincide col paradiso, ma con una realtà da costruire in terra: si tratta di un modo di stare al mondo fondato sull’amore, sul prendersi cura, sul far star meglio, sulla compagnia, sulla compassione.

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XXII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

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XX Domenica del tempo ordinario (commento)

[Scusate per settimana scorsa – ero via]

Il vangelo di questa domenica è uno di quelli che a me piace di più. Forse vi sembrerà strano, perché Gesù, almeno nella prima parte dell’episodio, risulta un po’ estraneo al nostro modo di concepirlo: non rivolge nemmeno una parola a una persona che gli chiede aiuto, che tra l’altro è una donna (quindi appartenente a una categoria solitamente da lui privilegiata) e che, per di più, non chiede qualcosa per sé, ma per la figlia… Un Gesù un po’ anomalo rispetto a quello che siamo abituati a incontrare in tante altre pagine evangeliche.

Perché allora mi piace?

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XX Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

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XVIII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21)

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

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XVII Domenica del tempo ordinario (commento)

Il vangelo di questa domenica contiene tre parabole sul Regno (quella del tesoro nascosto, quella della perla preziosa e quella della rete piena di pesci) e una similitudine (quella dello scriba “istruito” al regno dei cieli).

La terza parabola poi si allunga in una breve esplicitazione catechetica, che – temo – attiri subito la nostra attenzione: «Così sarà alla fine del mondo…».

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XVII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-52)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

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XVI Domenica del tempo ordinario (commento)

Il vangelo di questa domenica è composto da tre parabole: quella della zizzania, quella del granellino di senapa e quella del lievito.

I racconti sono di immediata comprensione e non necessitano di particolari spiegazioni. In più, il primo, quello narrativamente più articolato, ha già all’interno del testo la sua spiegazione.

Tutti e tre hanno come tema il Regno: vogliono cioè essere dei paragoni per far comprendere cosa sia il Regno di cui parla Gesù.

Per capire però il senso di queste storie – e dunque conoscere qualcosa in più sul Regno – è utile chiedersi quali siano le domande che le hanno originate: a noi che siamo sempre in cerca di risposte, oggi è chiesto di cercare domande.

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XVI Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43)

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

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