Domenica delle palme (letture)

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo (Mt 26,14- 27,66)

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

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V Domenica di Quaresima (commento)

Per la terza domenica di fila, la liturgia ci mette davanti a testi molto lunghi e articolati.

Questa settimana l’episodio è quello – famosissimo – di Lazzaro, uno dei tre miracoli di “risurrezione” raccontati dai vangeli (gli altri due sono quello della figlia di Giairo – Mc 5,21-43, Mt 9,1826, Lc 8,40-49 – e quello del figlio della vedova di Nain – Lc 7,11-17).

Metto risurrezione tra virgolette perché sarebbe meglio dire che Gesù, in questi tre miracoli, più che risuscitare (nel senso che è proprio della sua risurrezione, cioè entrare in una vita nuova, che non muore più, una vita eterna), riporta in vita le persone in questione (che dunque, poi, moriranno di nuovo).

Non è su questo però che vorrei soffermarmi, anche se non posso omettere una riflessione: il senso di questi gesti di Gesù, come sempre, è quello di rivelare il vero volto di Dio, che è quello di colui che libera le persone dal male, anche dal male più radicale, cioè la morte.

Ciò su cui vorrei però fermassimo l’attenzione è una parte dei dialoghi – bellissimi – che si svolgono in questa vicenda.

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IV domenica di Quaresima (commento)

Il brano di vangelo di questa domenica è molto avvincente e coinvolgente (come era stato quello di settimana scorsa con la samaritana): l’evangelista riesce a “tirarci dentro” la scena e a farci sentire spettatori diretti, come se i fatti si svolgessero davanti ai nostri occhi.

Sono in particolare due gli aspetti su cui vorrei soffermarmi: innanzitutto le parole iniziali di Gesù e poi l’evoluzione della fede del cieco.

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III domenica di Quaresima (commento)

«Quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» [Rm 5,6-8].

Questo non dovremmo mai dimenticarlo: Dio non ha iniziato ad amarci, quando noi abbiamo iniziato a meritarcelo. La sua scelta di volerci bene, di esserci padre e dunque di considerarci figli è stata una scelta libera e gratuita, non condizionata dalla nostra condotta (interiore o esteriore), proprio come capita a noi quando ci nasce un figlio: non aspettiamo di vedere che scelte farà da grande per decidere se amarlo o no. Dal primo istante gli vogliamo bene incondizionatamente.

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III domenica di Quaresima (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42)

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.

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I domenica di Quaresima (commento)

Domenica inizia la quaresima, il tempo di 40 giorni pensato per prepararsi alla Pasqua.

Il vangelo, come ogni anno, è quello delle tentazioni nel deserto, un episodio che i sinottici collocano all’inizio della vita pubblica di Gesù, subito dopo il battesimo al Giordano.

Quando, nelle settimane scorse, leggevamo i primi passi di Gesù trentenne, questo brano era stato omesso, proprio perché lo avremmo incontrato oggi.

La liturgia ci costringe dunque ad un passo indietro. Dopo essere stato battezzato da Giovanni Battista (cioè dopo aver preso la decisione di iniziare una nuova vita, lasciando Nazareth e intraprendendo la missione di far conoscere Dio agli uomini), «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto».

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I domenica di Quaresima (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,1-11)

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

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VII domenica del tempo ordinario (commento)

Nelle letture di questa settimana è presentata l’idea (alta) che il Signore ha degli umani:

  • Il libro del Levitico ci dice che possiamo essere santi come santo è Dio: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Cosa vuol dire questa possibilità di “essere santi”? «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello […]. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso». L’essere umano ha la possibilità di abitare così questa terra.
  • Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, dice addirittura: «siete tempio di Dio […]. Tutto è vostro: […] il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio ». Siamo “tempio di Dio”, “tutto è nostro”, “siamo di Dio”…
  • Infine, Gesù, secondo il vangelo di Matteo, ci pensa capaci di porgere l’altra guancia, di lasciare il mantello a chi vuole portarci in tribunale per toglierci la tunica, di fare due miglia con chi vuole obbligarci a farne uno con lui. Ci giudica capaci di dare a chi chiede, di non voltare le spalle a chi ci chiede un prestito, di amare i nostri nemici e di pregare per quelli che ci perseguitano. Ci ritiene capaci di essere figli del Padre e di assomigliargli nel suo far sorgere il sole indistintamente sui cattivi e sui buoni e di far piovere sui giusti e sugli ingiusti. Addirittura ci considera capaci di essere perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste.
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