Domenica di Pasqua (letture)

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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V domenica di quaresima – commento – Scegliere

«Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!».

Queste parole di Gesù, poste nel vangelo di Giovanni alla vigilia del racconto della lavanda dei piedi, mi hanno fatto venire in mente un verso di una canzone di Vecchioni: «E invece viene un giorno nella vita, che scegli e, se non scegli, l’hai tradita».

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V Domenica di quaresima – letture

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

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IV Domenica di quaresima (commento) – Fiducia o paura?

Il vangelo di questa quarta domenica di quaresima è tratto dal vangelo di Giovanni e in particolare dal famoso discorso tra Gesù e Nicodemo che si snoda nel capitolo 3.

Il testo è stato scelto per questo periodo di preparazione alla Pasqua perché contiene dei chiari riferimenti alla morte di Gesù («bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo»).

Queste notizie anticipate sulla fine non sono dovute – è sempre bene ricordarlo – al fatto che gli evangelisti fossero degli indovini che conoscevano “in anticipo” le cose prima che accadessero, ma al fatto che i vangeli sono stati scritti dopo che la vita di Gesù si era conclusa (e non durante).

È alla luce di quello che hanno visto (di tutta la parabola della vita di Gesù) che – a distanza di qualche decennio – hanno voluto scrivere la loro testimonianza di fede.

E a distanza il dato di fatto che non potevano non rilevare era che ciò che a loro (evangelisti, discepoli, credenti) sembrava la cosa più bella che potesse capitare all’umanità (la rivelazione fattaci da Gesù sull’identità solo buona di Dio), da molti era stata rifiutata o ignorata («la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce»).

Questo è il punto.

Gli uomini amano più le tenebre.

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IV Domenica di quaresima (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

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III Domenica di quaresima (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-25)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

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II domenica di quaresima – commento – La trasfigurazione?

Il brano di questa domenica comincia con Gesù che «prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli».

Non è la prima volta (e non sarà l’ultima) che Gesù porta con sé questa cerchia più ristretta di apostoli e solo loro.

Lo aveva già fatto quando – chiamato dal capo della sinagoga Giàiro perché sua figlia stava male e intercettato per strada dalla notizia che la ragazza era morta – aveva comunque deciso di andare a casa sua. Non aveva però permesso «a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo» (Mc 5,37). Lì infatti aveva poi avuto luogo l’unico miracolo di risurrezione narrato dall’evangelista Marco (gli altri due presenti nel Nuovo Testamento, la risurrezione di Lazzaro e quella del figlio della vedova di Nain, sono raccontati rispettivamente nel vangelo di Giovanni e in quello di Luca).

Gesù vorrà poi con sé solo questi tre discepoli al Getsèmani, cioè nell’orto degli ulivi, dopo l’ultima cena, quando «cominciò a sentire paura e angoscia» (Mc 14,33).

Quindi, le volte che Gesù porta con sé solo questi tre discepoli è perché si ha a che vedere con la morte (già avvenuta, per la figlia di Giàiro, o prossima, per Gesù stesso).

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II Domenica di quaresima (letture)

Dal vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

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I Domenica di Quaresima – Come siamo “nudi e crudi”?

Domenica inizia la quaresima (40 giorni per prepararsi alla Pasqua) e la liturgia sceglie di inaugurarla con il testo di Marco che parla dei 40 giorni di Gesù nel deserto.

Innanzitutto vanno dette due cose:

1- Spesso questo momento della vita di Gesù è tralasciato, perché sta tra il Battesimo al Giordano e l’inizio della vita pubblica. La tendenza perciò è quella di saltare subito dal momento della scelta di iniziare una vita nuova (battesimo) all’effettivo cominciamento di quella nuova vita (l’avvio della missione di Gesù). Invece – secondo tutti i sinottici – in mezzo c’è un periodo in cui Gesù rimane nel deserto.

2- Mentre gli evangelisti Matteo e Luca delineano ciò che accade nel deserto, specificando le tentazioni cui Gesù è sottoposto, il vangelo di Marco è molto stringato e si limita a dire: «Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano».

Questi due elementi mi portano a scegliere di porre l’attenzione sul “deserto”.

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