Il vangelo di domenica è il primo – dopo Pasqua – in cui compare Gesù risorto.
La scorsa settimana, infatti, avevamo il testo in cui le discepole e i discepoli ritrovano il sepolcro aperto e vuoto.
Erano segni deboli della risurrezione, tanto che – in prima battuta – non erano stati interpretati come segni della risurrezione: anzi, le ipotesi circa la sparizione del corpo di Gesù si erano indirizzate verso il timore del furto del cadavere.
Rasserena la nostra fede, invece, ascoltare, oggi, che la convinzione che Gesù sia risorto ha delle fondamenta più solide: non si è trattato solo del ritrovamento del sepolcro aperto e vuoto, ma dell’incontro con il risorto stesso.
Tutti i vangeli (anche se quello di Marco solo con un’aggiunta successiva) riportano queste esperienze di apparizioni.
La domanda da porsi, tuttavia, è se – effettivamente – si tratti di segni forti.