In questa seconda domenica di avvento, il liturgista “ruba” le parole che l’evangelista Luca ha scritto per annunciare l’entrata in scena di Gesù nella vita pubblica (quando Gesù ha già trentanni) e le adopera per prepararci al Natale.
Il testo è quello in cui si narra la predicazione di Giovanni Battista, che ha capito e vuol far sapere a tutti che qualcosa di decisivo sta per accadere.
Il liturgista prende questo brano e lo colloca in avvento, “retrodatando” l’annuncio e usandolo per la nascita di Gesù.
L’intenzione è quella di “svegliarci”, di farci tirar su la testa dall’immersione nelle occupazioni quotidiane, per farci porre attenzione su quello che di qui a poche settimane andremo a ricordare: un Dio che si è fatto uomo, è entrato nella storia (cioè nello scorrere del tempo) e ha preso corpo, facendosi carne, vulnerabile, mortale.