Gesù sta andando a Gerusalemme e ha appena preannunciato ai suoi discepoli e alle sue discepole tempi duri (Lc 17, 22-37).
È in queste circostanze che racconta la parabola del giudice e della vedova.
RILETTURE CONTEMPORANEE DEL VANGELO
Gesù sta andando a Gerusalemme e ha appena preannunciato ai suoi discepoli e alle sue discepole tempi duri (Lc 17, 22-37).
È in queste circostanze che racconta la parabola del giudice e della vedova.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Il vangelo di questa domenica è tratto dal primo capitolo di Marco, all’interno del quale l’evangelista ci presenta un quadro generale dell’attività di Gesù. Sono due i tratti caratteristici della sua vita pubblica che oggi sono messi in luce: la capacità di liberare dal male (dalle malattie) le persone e il bisogno di vivere momenti di dialogo personale con Dio, suo Padre.
Si tratta di quelle esperienze che noi comunemente chiamiamo “miracoli” e “preghiera”.
Io però, volutamente, ho evitato di usare questi termini, perché – a mio giudizio – essi si sono caricati, nel corso della storia, di così tanti significati distorti, che rischiano di essere fuorvianti.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.