Pentecoste (commento)

Domenica scorsa – con l’ascensione – abbiamo provato a rivivere l’esperienza della solitudine degli apostoli, di quel vuoto lasciato da Gesù risorto che torna presso Dio.

Questa settimana quel vuoto si riempie: a Pentecoste arriva il dono promesso, lo Spirito Santo.

Questa scansione temporale (Pasqua – 40 giorni di apparizioni del risorto – Ascensione – 10 giorni di attesa – Pentecoste) è quella che propone Luca negli Atti degli apostoli.

Il suo è un intento pedagogico: Egli vuole cioè che i cristiani abbiano il tempo di concentrarsi e riflettere su questi tre momenti: la risurrezione, la “sparizione” di Gesù risorto, la presenza di Dio in Spirito.

Dividendo i momenti e lasciando, tra l’uno e l’altro, un lasso di tempo, Luca (e al suo seguito la liturgia) permette a chi lo desidera di soffermarsi su questi avvenimenti e sul loro significato.

Il vangelo di Giovanni, però, presenta una scansione temporale diversa: «La sera di quel giorno, il primo della settimana», cioè il giorno di Pasqua, «Gesù […] soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo”». Per Giovanni, cioè, lo Spirito Santo non sarebbe stato donato 50 giorni dopo Pasqua, ma il giorno di Pasqua stesso.

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Pentecoste (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

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