Il brano di vangelo di questa domenica, seppur scritto quasi 2000 anni fa, appare attualissimo.
Da un lato infatti chiarisce bene quale sia la vocazione del cristiano (di ogni umano, mi verrebbe da dire) – «Voi siete il sale della terra», «Voi siete la luce del mondo» –, dall’altro la possibilità di perdere questa capacità alta di abitare la vita – «se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?», «non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio».
Trovo questa sintesi attualissima perché mi pare che molti di noi – per età, stanchezza, affaticamento, delusione, inerzia – non sentano più quelle parole come rivolte a se stessi.