Cristo Re (commento)

L’11 dicembre del 1925 papa Pio XI istituì la festa di Cristo Re dell’Universo, con l’enciclica Quas primas.

In quell’occasione, la celebrazione fu collocata nell’ultima domenica di ottobre, ma, con la riforma liturgica del 1969, venne spostata all’ultima domenica dell’anno liturgico (la 34°).

Prima che inizi un nuovo avvento (e, con esso, l’anno nuovo della Chiesa), ancora oggi si festeggia, dunque, la solennità di Cristo Re.

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Cristo Re (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,33b-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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Cristo re: un re in croce

Questa settimana è l’ultima dell’anno liturgico, la prossima inizierà l’avvento.

Come da tradizione, l’ultima domenica del calendario della Chiesa è dedicata a Cristo Re dell’Universo.

Il vangelo scelto può apparire sconcertante perché, celebrando il Figlio di Dio signore del cosmo, ci viene proposto il brano di Gesù in croce.

Ciò che la liturgia vuole suggerirci è la domanda che inevitabilmente ci sale alla bocca: “Che razza di re è uno che ha il suo trono sulla croce?”.

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XXXIV Domenica del tempo ordinario – Cristo re (letture)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,35-43)

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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Cristo re (commento) – Un re testimone

Oggi si chiude l’anno liturgico, con la festa di Cristo Re.

Il vangelo scelto è infatti quello in cui – secondo l’evangelista Giovanni – Pilato chiede a Gesù circa la sua identità: «Sei tu il re dei Giudei?».

Gesù – come spesso è solito fare – non risponde direttamente alla domanda, ma a sua volta chiede come sia possibile che un romano utilizzi questa locuzione, tipicamente ebraica: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».

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Cristo re (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,33b-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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XXXIV Domenica del tempo ordinario – Cristo re – I fratelli più piccoli

Eccoci giunti all’ultima domenica di questo anno liturgico: con settimana prossima inizia l’anno nuovo per la Chiesa.

Si finisce con la festa di Cristo Re dell’universo, una sorta di “ultimo dell’anno” liturgico.

Il testo del vangelo è la parabola cosiddetta del “giudizio finale”, che – come abbiamo visto settimana scorsa – completa la serie delle tre parabole che Matteo inserisce proprio prima di iniziare a raccontare la passione di Gesù.

Tutto ci parla di “fine”…

Eppure, come scrivevamo a proposito della parabola delle dieci ragazze e quella dei talenti, ciò su cui questi brani vogliono che ci concentriamo non è la fine… o l’inizio… ma lo spazio di mezzo, tra il mio oggi e la fine.

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XXXIV Domenica del tempo ordinario – Cristo re – letture

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

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