Il vangelo di questa domenica fa parte del discorso della montagna, che raccoglie l’idea che Gesù aveva del modo in cui gli uomini possono abitare questa terra.
Rispetto ai 10 comandamenti, che riassumevano le regole minime perché possa darsi la convivenza civile (regole che bene o male sono contenute nell’evoluzione culturale di ogni popolo e – dunque – possono essere dette in qualche modo universali: non uccidere, non rubare, ecc…), la proposta di Gesù va oltre. Dice lui è un «pieno compimento».
Egli infatti va alla radice degli atteggiamenti (esteriori e interiori) che possono minare la relazione tra le persone. Non si accontenta di dire “Non uccidere”, ma coglie che l’atteggiamento omicida, cioè di annullamento dell’altro, ha radici profonde, che vanno al di là dell’atto di soppressione in senso fisico. «Chiunque si adira con il proprio fratello / Chi poi dice al fratello: “Stupido” / chi gli dice: “Pazzo”» ha in sé la radice dell’eliminazione dell’altro.