La scelta dei testi evangelici è curiosa.
Settimana scorsa abbiamo concluso l’anno liturgico leggendo le penultime pagine del testo di Matteo, senza però leggerne la fine – la passione, morte e risurrezione di Gesù – che si leggerà a Pasqua. La fine della vita di Gesù (Pasqua) e la fine dell’anno liturgico infatti non coincidono.
Allo stesso modo, oggi, iniziamo un nuovo anno liturgico, preparandoci con l’avvento al Natale (qui l’inizio dell’anno coincide con l’inizio della vita di Gesù), ma non partendo dall’inizio di un vangelo, ma dalla fine. O meglio, dalla penultima parte del vangelo di Marco. Il brano di oggi è infatti quello immediatamente precedente l’inizio del racconto della passione.
Questo crea un po’ una sovrapposizione di temi (attesa della risurrezione, attesa del ritorno alla fine della storia, attesa della celebrazione della sua nascita) che suscita una domanda: Ma Gesù, quando pronunciava le parole che ci riporta Marco verso la fine del suo vangelo, a cosa faceva riferimento?