Epifania

«Chi sono i Magi? Il termine greco magoi ha una gamma molto ampia di significati: sacerdoti persiani [la Persia è l’attuale Iran, ndr], detentori di poteri soprannaturali, propagatori di una nuova religione, astrologi e, persino, ciarlatani. Nel nostro caso sembra giusto pensare a degli astrologi: lo lascia sospettare l’espressione “abbiamo visto il suo astro” (2,2)» [B. Maggioni, Il racconto di Matteo, Cittadella Editrice, Assisi 20048, p. 34].

Si tratta in ogni caso di personaggi strani, inaspettati, curiosi, stravaganti.

Forse noi siamo ormai abituati a vederli comparire nella storia di Natale, a metterli nei nostri presepi, ma se ci pensiamo un attimo non è proprio una cosa così normale.

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II domenica di Natale

C’è un libro bellissimo, che consiglio a tutti di leggere, scritto da André Wénin, dal titolo Da Adamo ad Abramo o l’errare dell’uomo, in cui l’autore ripercorre i testi di Genesi dall’inizio fino al capitolo 12.

Ci interessa perché – come è noto – il prologo di Giovanni inizia con la stessa parola con cui inizia il libro della Genesi (e dunque tutta la Bibbia): «In principio».

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Natale 2019

Il vangelo di Natale (quello che si legge nella messa della notte) è la narrazione della storia della nascita di Gesù.

Sappiamo che non si tratta di una cronaca dei fatti, ma di un racconto teologico, però per rintracciare questo senso teologico è utile partire da come l’evangelista Luca ha organizzato le vicende.

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IV domenica di avvento

Due settimane fa, in occasione della festa dell’Immacolata, abbiamo sentito il racconto dell’annunciazione a Maria. Il brano era tratto dal vangelo di Luca, che infatti narra gli eventi della nascita di Gesù dal suo punto di vista. L’evangelista Matteo, invece – come si vede nel vangelo di oggi – elabora i testi del Natale dal punto di vista di Giuseppe.

Entrambi gli autori però sottolineano i medesimi elementi:

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III domenica di avvento

Nel vangelo di questa terza domenica di avvento si chiarisce ciò che dicevamo due settimane fa circa il rapporto tra Gesù e Giovanni Battista e quanto dicevamo settimana scorsa sul tipo di regno che Gesù è venuto a proporre.

Rispetto a Giovanni, si vede infatti la distanza tra la sua idea di Dio e quella di Gesù, tanto che il Battista «avendo sentito parlare

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Immacolata 2019

I brani proposti dalla liturgia sono infatti propri della festa riservata a Maria.
Si tratta comunque, soprattutto per il vangelo, di un passo che ben si addice a questo tempo di preparazione al Natale, perché ci presenta proprio l’annunciazione.
I personaggi in scena sono innanzitutto l’angelo Gabriele e Maria.

Il primo è un messaggero:

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I domenica di Avvento

Ricomincia un nuovo anno liturgico, l’anno A, al seguito del vangelo di Matteo. E, come ogni anno, inizia con il tempo di avvento: quattro settimane di preparazione al Natale.

Il vangelo di questa prima domenica dell’anno nuovo assomiglia molto a quello di due settimane fa, in cui – nella versione di Luca – avevamo letto del “giorno del Signore”.

Rispetto a quel testo, però, il brano di Matteo sembra sottolineare un aspetto preciso, e cioè il fatto che il ritorno di Gesù risorto (a chiudere la storia) sarà improvviso, senza preavviso: «come nei giorni che precedettero il diluvio […] non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo».

Da qui le sottolineature sulla necessità di vegliare («Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà») e di essere pronti («Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»).

Cosa significano però, concretamente, questi suggerimenti? Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento di fronte alla consapevolezza di questo ritorno senza preavviso?

Dipende… mi verrebbe da dire.

L’atteggiamento di fronte a “qualcosa” dipende sempre da cosa è o da cosa mi immagino sia “quella cosa”.

Se il “qualcosa” che deve accadere è un fatto terrificante, la mia attesa sarà angosciosa, piena di paura e ansia. Se invece si tratta di un evento lieto, l’attesa, per quanto trepidante, sarà caratterizzata da speranza e desiderio.

La prima cosa da chiedersi è perciò questa: Cosa penso che sia (o come mi immagino) l’incontro col Signore? Me lo aspetto come una cosa terribile? Perché? Che motivi ho per pensarla così?

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Cristo re

Domenica è l’ultima domenica dell’anno liturgico (anno C), che abbiamo trascorso, a partire dall’avvento scorso, al seguito del vangelo di Luca. Come da tradizione in questa occasione si celebra la festa di Cristo re dell’universo.

Il titolo “re dell’universo” è molto altisonante, eppure la liturgia ci propone come testo per la riflessione un vangelo in cui vediamo Gesù appeso alla croce.

In effetti è lì, sotto al cartello messo dai Romani “INRI” (Gesù Nazareno Re dei Giudei), che Gesù viene denominato re.

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XXIII domenica del tempo ordinario

Settimana scorsa il vangelo ci invitava a riflettere sulla risurrezione, quindi in qualche modo sulla fine della nostra vita individuale.

Oggi le letture fanno riferimento al cosiddetto “giorno del Signore”, cioè – detto in parole povere – alla fine della storia.

Ai primi tempi della vita cristiana infatti si era diffusa la credenza che

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