In questa ultima domenica prima di Natale, finalmente la liturgia ci presenta un brano di vangelo tratto dai testi che riguardano la gravidanza di Maria.
IV Domenica di Avvento (letture)
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
III Domenica di Avvento (commento) – Più il figlio è un relitto e più gli sta a cuore…
Questa settimana, la liturgia ci presenta nuovamente la figura di Giovanni Battista e – come domenica scorsa – si usano le sue parole “retrodatandole”.
Giovanni infatti, nel testo che ci viene proposto – sta parlando di Gesù («vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco») ormai adulto.
Siamo appena prima dell’inizio della vita pubblica di Gesù, quando Egli – ormai trentenne – inizierà la sua predicazione in Galilea, dopo il battesimo al Giordano.
Eppure il liturgista inserisce anche questo testo nel periodo dell’avvento, cioè come brano utile per prepararsi al Natale.
III Domenica di Avvento (letture)
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
II Domenica di Avvento (commento) – Cosa ci aspettiamo da questo Natale?
In questa seconda domenica di avvento, il liturgista “ruba” le parole che l’evangelista Luca ha scritto per annunciare l’entrata in scena di Gesù nella vita pubblica (quando Gesù ha già trentanni) e le adopera per prepararci al Natale.
Il testo è quello in cui si narra la predicazione di Giovanni Battista, che ha capito e vuol far sapere a tutti che qualcosa di decisivo sta per accadere.
Il liturgista prende questo brano e lo colloca in avvento, “retrodatando” l’annuncio e usandolo per la nascita di Gesù.
L’intenzione è quella di “svegliarci”, di farci tirar su la testa dall’immersione nelle occupazioni quotidiane, per farci porre attenzione su quello che di qui a poche settimane andremo a ricordare: un Dio che si è fatto uomo, è entrato nella storia (cioè nello scorrere del tempo) e ha preso corpo, facendosi carne, vulnerabile, mortale.
II Domenica di Avvento – letture
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,1-6)
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
I Domenica di Avvento (commento) – Pensare al futuro per orientare il presente
Con oggi inizia il nuovo anno liturgico (C), che si apre – come dicevamo due settimane fa nel nostro “ripassino” – con il tempo di avvento. L’evangelista di riferimento è Luca.
Ed è proprio dal suo vangelo che è tratto il brano di questa domenica. Il testo ci è familiare, perché solo due domeniche fa leggevamo il medesimo discorso di Gesù nella versione di Marco.
Si tratta del cosiddetto “discorso escatologico” composto con un linguaggio “apocalittico”.
“Escatologico” e “apocalittico” sono due parole difficili, quindi vale la pena di spiegarle.
I Domenica di Avvento (letture)
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Cristo re (commento) – Un re testimone
Oggi si chiude l’anno liturgico, con la festa di Cristo Re.
Il vangelo scelto è infatti quello in cui – secondo l’evangelista Giovanni – Pilato chiede a Gesù circa la sua identità: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù – come spesso è solito fare – non risponde direttamente alla domanda, ma a sua volta chiede come sia possibile che un romano utilizzi questa locuzione, tipicamente ebraica: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Cristo re (letture)
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,33b-37)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».