Corpus Domini (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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Trinità (commento)

Questa domenica inizia il tempo ordinario, anche se si ricomincia con una solennità, quella della Trinità.

In proposito, mi piacerebbe partire con una famosa frase del teologo Karl Rahner, che scrisse: «La Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa».

Cosa vogliono dire queste (apparentemente) difficili parole?

Vogliono dire che ciò che il Dio trinitario ci ha fatto conoscere di se stesso, rivelandosi (la Trinità economica), coincide con ciò che Dio è nel suo intimo (la Trinità immanente).

Cioè non c’è qualcosa di sé che Dio ha voluto tenere nascosto. Non c’è una “doppia faccia” di Dio (una che ci ha mostrato e un’altra che tiene celata): l’unica “faccia” di Dio è quella che ci ha fatto conoscere.

Perché è importante sottolinearlo?

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Trinità (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18)

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

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Pentecoste

Se il girono dell’Ascensione si segnala un “secondo lutto” (Gesù torna presso Dio e noi restiamo “senza” di lui), la Pentecoste rimette tutto a posto: Dio è di nuovo presente con il suo Spirito, che è anche lo Spirito di Cristo.

Ma è davvero così?

A dirla tutta, sembrerebbe proprio di no…

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Pentecoste (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

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Ascensione (commento) – Accompagnare Gesù all’aeroporto

Eccoci giunti anche quest’anno all’Ascensione.

Ciò di cui si tenta di dar conto, con questa celebrazione, è il fatto che Gesù non sia più incontrabile, né nella forma storica (in carne e ossa), né come risorto.

In queste settimane dal Triduo in avanti, abbiamo potuto leggere brani di vangelo che ci narravano le relazioni che Gesù ha avuto da vivo, il rapporto che le sue e i suoi hanno avuto col suo corpo morto, gli incontri con il risorto.

Ma ad un certo punto, tutto questo è finito.

Da un certo punto, incontrare Gesù è possibile solo seguendo altre modalità: non possiamo avere a che fare con lui come quando era vivo, non abbiamo tra le mani il suo cadavere (da onorare) e non abbiamo sue apparizioni.

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Ascensione (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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Viene prima l’amore o viene prima l’osservanza dei comandamenti? (commento al vangelo della VI Domenica di Pasqua)

Nel brano di vangelo di questa domenica ci sono due frasi che sembrano creare confusione:

  • «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»;
  • «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama».

Da un lato, sembra che prima venga l’amore per Gesù, da cui consegue l’osservanza dei suoi comandamenti.

Dall’altro, sembra che l’osservanza dei suoi comandamenti abbia come conseguenza l’amore per Gesù.

Viene prima l’amore o viene prima l’osservanza dei comandamenti?

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VI Domenica di Pasqua (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

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Una rete fa molto più che un amo (commento al vangelo della V Domenica di Pasqua)

Nel lungo percorso che la Chiesa ci fa fare in questo tempo di Pasqua per approfondire il tema della risurrezione, il brano di oggi sposta l’attenzione dalla risurrezione di Gesù alla nostra.

Il brano di vangelo proposto, infatti, contiene la frase forse più esplicita di Gesù sul nostro destino: «Vado a prepararvi un posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi».

Cosa tutto ciò voglia dire ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro: Gesù sta dicendo che alla fine della storia risorgeremo? O sta dicendo che nel momento della nostra morte personale saremo con lui?

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