Nel vangelo di questa terza domenica di avvento si chiarisce ciò che dicevamo due settimane fa circa il rapporto tra Gesù e Giovanni Battista e quanto dicevamo settimana scorsa sul tipo di regno che Gesù è venuto a proporre.
Rispetto a Giovanni, si vede infatti la distanza tra la sua idea di Dio e quella di Gesù, tanto che il Battista «avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
Giovanni, cioè, avendo avuto notizia di ciò che Gesù faceva e diceva, è dubbioso riguardo al suo messianismo. Proprio lui che – come abbiamo visto nella prima domenica di avvento – aveva annunciato che qualcosa di grande stava per avvenire, che era necessario tenersi pronti, quando vede all’opera Gesù pensa che non sia lui quello che doveva venire e che forse fosse necessario aspettare qualcun altro.
Cos’è che ha saputo di Gesù che lo ha messo in crisi? Cosa del suo agire gli ha fatto pensare che non fosse il messia atteso? Quale volto di Dio da lui proposto, Giovanni ha trovato incongruente con l’immagine che aveva in testa?
Lo si intuisce dalla risposta di Gesù: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Gesù riassume per Giovanni la sua attività, collegandola all’annuncio dell’avvento di Dio dell’Antico Testamento, come si vede nella prima lettura tratta dal profeta Isaia: «Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto».
È come se Gesù dicesse: “Caro Giovanni, dove passo io la gente sta meglio, si rincuora, è consolata. Come avevano annunciato i profeti. Perché ti viene il dubbio? Pensavi che Dio fosse qualcosa di diverso? Pensavi fosse uno che scatena la sua ira, taglia con la scure chi non dà frutto? Ti sei sbagliato. Quando Dio arriva, per gli uomini (e le donne, ovviamente) è un vangelo, è una buona notizia. Non una cattiva notizia. Il tuo annuncio era una cattiva notizia, che spaventava, che proponeva un Dio terribile. Il mio, invece, è un lieto annuncio, un vangelo, appunto”.
Non a caso, il brano si conclude con una considerazione di Gesù su Giovanni non proprio lusinghiera: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Nel regno dei cieli (nel regno dell’amore, dicevamo settimana scorsa), nel mondo migliore che è possibile costruire e che Gesù ha attuato e descritto come un mondo dove ciascuno sta meglio perché ci si prende cura gli uni degli altri, anche il più piccolo è più grande di Giovanni Battista.
Anche solo un briciolo di fiducia nell’amore che rigenera, dilata più di quanto la morale militaresca di Giovanni possa mai fare: perché un conto è comportarsi bene per paura delle punizioni, un altro è divertirsi ad amare.
Letture:
Dal libro del profeta Isaìa (Is 35,1-6a.8a.10)
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo (Gc 5,7-10)
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,2-11)
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».