Cristo re (commento) – Un re testimone

Oggi si chiude l’anno liturgico, con la festa di Cristo Re.

Il vangelo scelto è infatti quello in cui – secondo l’evangelista Giovanni – Pilato chiede a Gesù circa la sua identità: «Sei tu il re dei Giudei?».

Gesù – come spesso è solito fare – non risponde direttamente alla domanda, ma a sua volta chiede come sia possibile che un romano utilizzi questa locuzione, tipicamente ebraica: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».

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Cristo re (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,33b-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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XXXIII Domenica del tempo ordinario – letture

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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XXXII Domenica del tempo ordinario (commento) – Disposizione d’animo

Il vangelo di questa domenica (come quello di settimana scorsa) è ambientato a Gerusalemme.

È già dal capitolo 11 del libro di Marco, che Gesù è giunto a destinazione.

Al capitolo 14 inizierà il racconto della passione.

Oggi siamo alla fine del capitolo 12, al tempio, dove, un episodio relativamente ordinario (una vedova povera che getta monete in offerta), diventa l’occasione per riflettere sulla differenza tra una religiosità di facciata, da un lato, e la sincerità del cuore, dall’altro.

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XXXII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

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XXXI Domenica del tempo ordinario (commento) – Dio, io e il prossimo

Il vangelo di questa domenica ci presenta una situazione piuttosto anomala: l’incipit («Si avvicinò a Gesù uno degli scribi») indurrebbe infatti a pensare che – per l’ennesima volta – si stia profilando uno scontro tra Gesù e l’intellighenzia religiosa del suo tempo.

L’esito di questo incontro invece è inaspettatamente positivo: «Lo scriba gli disse: “Hai detto bene”» e Gesù, «vedendo che egli aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”».

Il punto è dunque capire perché, a differenza di tutti gli altri incontri con l’élite culturale del popolo ebraico, questa volta i toni sono di reciproca stima.

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XXXI Domenica del tempo ordinario – letture

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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XXX Domenica del tempo ordinario (commento) – Bartimeo

Il vangelo di questa domenica ci presenta una delle guarigioni più famose: quella del cieco Bartimeo, avvenuta a Gerico.

L’episodio è noto e il testo molto lineare: le persone coinvolte sono Gesù, che «insieme ai suoi discepoli e a molta folla» sta partendo da Gerico e Bartimeo (letteralmente «il figlio [bar] di Timeo»), che è cieco.

Essere disabile all’epoca di Gesù voleva dire non corrispondere al modello di membro del popolo eletto: seppur infatti Bartimeo è ebreo, maschio, adulto, non è però sano e così va a ingrossare la schiera di coloro che erano considerati inferiori, insieme ai non ebrei, alle femmine, ai bambini.

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XXX Domenica del Tempo ordinario – letture

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,46-52)

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

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