XII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,26-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

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XI Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,36-10,8)

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

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Del corpo e dei corpi – Commento al vangelo della domenica del Corpus Domini

Domenica si celebra la solennità del corpo e sangue di Cristo.

Il vangelo che ci viene proposto è un passo del discorso di Gesù – in Giovanni – sul pane di vita.

La relazione corpo-pane e sangue-vino è costitutiva per il cristianesimo, anche se – nonostante si tratti di binomi noti a chiunque – la Chiesa è stata spesso associata (comprensibilmente) a visioni negative sulla corporeità.

Non voglio addentrarmi nel perché e nel “percome” riguardo a come ciò sia accaduto, perché mi interessa molto di più tornare sulla significatività del rapporto che Gesù ha istituito tra il suo corpo e il pane.

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Corpus Domini (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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Trinità (commento)

Questa domenica inizia il tempo ordinario, anche se si ricomincia con una solennità, quella della Trinità.

In proposito, mi piacerebbe partire con una famosa frase del teologo Karl Rahner, che scrisse: «La Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa».

Cosa vogliono dire queste (apparentemente) difficili parole?

Vogliono dire che ciò che il Dio trinitario ci ha fatto conoscere di se stesso, rivelandosi (la Trinità economica), coincide con ciò che Dio è nel suo intimo (la Trinità immanente).

Cioè non c’è qualcosa di sé che Dio ha voluto tenere nascosto. Non c’è una “doppia faccia” di Dio (una che ci ha mostrato e un’altra che tiene celata): l’unica “faccia” di Dio è quella che ci ha fatto conoscere.

Perché è importante sottolinearlo?

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Trinità (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18)

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

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Pentecoste

Se il girono dell’Ascensione si segnala un “secondo lutto” (Gesù torna presso Dio e noi restiamo “senza” di lui), la Pentecoste rimette tutto a posto: Dio è di nuovo presente con il suo Spirito, che è anche lo Spirito di Cristo.

Ma è davvero così?

A dirla tutta, sembrerebbe proprio di no…

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Pentecoste (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

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Ascensione (commento) – Accompagnare Gesù all’aeroporto

Eccoci giunti anche quest’anno all’Ascensione.

Ciò di cui si tenta di dar conto, con questa celebrazione, è il fatto che Gesù non sia più incontrabile, né nella forma storica (in carne e ossa), né come risorto.

In queste settimane dal Triduo in avanti, abbiamo potuto leggere brani di vangelo che ci narravano le relazioni che Gesù ha avuto da vivo, il rapporto che le sue e i suoi hanno avuto col suo corpo morto, gli incontri con il risorto.

Ma ad un certo punto, tutto questo è finito.

Da un certo punto, incontrare Gesù è possibile solo seguendo altre modalità: non possiamo avere a che fare con lui come quando era vivo, non abbiamo tra le mani il suo cadavere (da onorare) e non abbiamo sue apparizioni.

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