In queste domeniche di agosto, prendo una piccola pausa dall’impegno settimanale del commento al vangelo della domenica.
Per non lasciare sguarnite queste settimane, pubblicherò i commenti di p. Giuliano Bettati, mio maestro nella lettura del vangelo e nella vita.
- i giudei mormoravano… e Gesù: perché mormorate? :
la reazione di ripulsa … ad un’affermazione sconvolgente: io sono il pane disceso dal cielo!
quale nuova presenza? (io sono!?) è la domanda che tormenta la storia della fede:… dai Giudei… ai Corinzi… a Berengario… a S. Tommaso … a Lutero… a noi!
- Ammaestrati da Dio : solo il Padre può insegnare a capire di quale presenza / pane di salvezza si tratti. Determinante, perché chi ha “udito” il Padre e “crede questo – ha(già) la vita eterna – come ugualmente conferma: chi mangia questo pane non muore… vivrà in eterno
- La dinamica dello scontro con i Giudei dice di quale presenza si tratti nel “Pane / Gesù”
- una presenza umile, vestita di umanità laica e fragile, nelle normali cose e vicende della storia (ma non è figlio di Giuseppe, conosciamo padre e madre, cosa può dire?… – un pezzo di pane normale!)
- però …. nessuno ha visto il Padre, … chi ha imparato dal Padre… viene a me (mangia il pane della vita!) In Gesù, uomo come noi, il Padre ha mostrato come si vive, come si crede come si muore e … come ci si fa mangiare. Non è più un segno sterile come la manna (chi l’ha mangiata è poi morto) . Chi mangia questo pane non muore… al modo di Gesù, vince la morte (nella morte) e risorge (si dà alla morte come un boccone avvelenato (1Cor 15, 54), e la disinquina dal suo potere malefico, per tutti noi).
Dunque “credere”, in forza del pane mangiato (Elia ne é l’icona profetica), vuol dire rialzarsi sempre, e riprendere dietro a Gesù il cammino, leggendo in trasparenza nelle vicende e fatiche della vita la mano materna di Dio… che ci ammaestra con la Parola e sostiene nella comunità …