Il vangelo di questa domenica è la continuazione di quello di settimana scorsa.
Siamo ancora all’interno del discorso della montagna e, in particolare, in quella sezione che tratta del compimento della Legge portato da Gesù.
Oggi il fulcro del discorso è il rapporto con i malvagi.
Come ci si deve comportare con chi ci fa del male?
Gesù inizialmente ricorda la legge del taglione (Occhio per occhio e dente per dente), proposta anche in alcuni passi antico-testamentari (Es 21,23-25; Lv 24,19-20; Dt 19,18-21).
Sebbene si tratti di una regola contenuta nella Bibbia – che peraltro era nata per superare il principio della vendetta indiscriminata che generava faide senza fine – Gesù replica con un’avversativa: «Ma io vi dico di non opporvi al malvagio».
Siamo di fronte – a mio parere – a una delle pagine che più di tutte mette in luce la novità della proposta evangelica e – proprio per questo – risulta tra le più distanti dal senso comune.
Di fronte al male subito, la proposta di Gesù è quella di non opporsi, di non rispondere al male con il male: «Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due».
Come è possibile mettere in pratica questa indicazione evangelica?
Tutto dentro di noi si ribella.
Ma è proprio in situazioni come queste che si rivela la necessità di essere persone nuove.
Le categorie solite non reggono.
Gli aggiustamenti che spesso adottiamo per adeguare le parole di Gesù al nostro buon senso, qui non bastano.
È necessario cambiare i nostri riferimenti interiori, riscrivere i nostri criteri di giudizio, diventare altro.
Gesù ci sta dicendo che possiamo essere qualcosa di diverso da ciò che siamo sempre stati, possiamo essere di più, possiamo fare un salto evolutivo impensabile.
Possiamo essere persone che non odiano i loro nemici, come è normale che sia, ma possiamo essere a-normali e amare i nostri nemici, pregare per coloro che ci perseguitano.
Perché Dio stesso è così: «Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti»… e se è un Dio che non ci piace, abbiamo sbagliato Maestro. Dio è questa cosa qui, con tutte le conseguenze del caso…
Dio non discrimina tra cattivi e buoni, tra giusti e ingiusti, ma riversa su ciascuno il suo amore.
E se, a te che stai leggendo, sale in bocca la domanda “Perché allora essere giusti? Perché essere buoni?”, vorrei rispondere così: “Se mi fai questa domanda, è perché pensi che essere cattivo/a o ingiusto/a sia più bello, più vantaggioso, più utile che essere buono/a e giusto/a. Ma lo pensi davvero? Davvero, finora, hai provato a essere giusto/a e buono/a solo per avere un premio da Dio, per essere più amato da Lui rispetto agli altri / alle altre, cattive/i e ingiuste/i? Non ti sei accorto/a che è più bello essere buone/i e giuste/i?”.
La scommessa di Gesù è proprio questa: convincerci a fare il bene e a essere buoni/e perché è più bello e ci restituisce una vita più piena… e non perché così otteniamo un premio e/o evitiamo un castigo…
Provare per credere.
2 commenti
Grazie Chiara!
Riesci ad essere persuasiva.
GRAZIE Chiara! Seguire l’isegnamento di Gesù ci fa vivere meglio in questa vita…se poi come spero la vita non avrà fine e conosceremo questo Dio invisibile faccia a faccia …TANTO MEGLIO. Frequento la parrocchia di Banchette capoluogo da tanti anni e la messa delle 11.15. E’ la prima volta che visito il tuo sito..ti conosco di vista. Ti chiedo di darmi il link per la lectio del mercoledì. ho quasi 80 anni e venire su è un problema . Grazie
maria luisa